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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di arturo del 14/02/2004

Scheda quesito

Nickame:
arturo
Data:
14/02/2004
Quesito:
Gentili medici,sono un ipocondriaco(sto facendo della psicoterapia per questo) . il giorno 6 gennaio scorso ho avuto un comportamento a rischio ,anche se molto basso (rapp orale da me fatto a una donna della durata di 6-7 secondi) . Dopo 30 giorni ho fatto test hiv di quarta generazione roche combi eia con ricerca antigene p24 : negativo . A distanza di 5 settimane dal rischio ho avuto un leggero mal di gola.senza febbre o altri sintomi. dato che avevo letto che un sintomo frequente di sieroconversione acuta e' la linfoadenopatia sono andato senza avere alcun disturbo(da buon ipocondriaco) a farmi controllare le ghiandole del collo dal mio medico.non ha riscontrato nulla alla palpazione accurata.non tranquillo ho fatto una ecografia a tale sede.sul referto c'e' scritto:2 PICCOLE LINFOADENOPATIE SOTTOMANDIBOLARI SIMMETRICHE DI ASPETTO FLOGISTICO BANALE. Sono andato nel panico completo.il mio medico dice che sono conseguenza del mal di gola e che la linfoadenopatia da sieroconversione acuta si sente eccome al tatto/palpazione mentre la mia no e che e'tutta un altra cosa ben piu' banale.voi che ne pensate?dato che certi individui i sintomi non li hanno neppure io non potrei essere una via di mezzo?oppure se i sintomi ci sono sono sempre evidenti e caratteristici? sono terrorizzato aiutatemi .(so comunque che dovro' ripetere il test a 3mesi)......grazie di cuore
Risposta di risponditore non trovato:
Salve Arturo, le confermiamo che la linfoadenopatia nell'infezione acuta da HIV è evidente non solo al tatto, ma spesso anche alla vista. I linfonodi inoltre sono diffusamente ingrossati, e si associano febbre alta e mal di gola importante. Il rischio da lei corso è molto basso (rapporto orale attivo) ed i sintomi da lei lamentati non sono correlabili ad infezione acuta da HIV: per prassi, è indicato che esegua un test a tre mesi dal comportamento a rischio (6 gennaio), per la risposta definitiva. Saluti. Dott.ssa C.Cappi, dr.ssa C.Galli