Condividi
Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di razzante del 17/01/2004

Scheda quesito

Nickame:
razzante
Data:
17/01/2004
Quesito:
Scusate, vi rimando il quesito speditovi il 4 gennaio 2004, non vorrei ci fossero stati problemi. Sono un gay fobico per l'Aids. Vivo con i miei genitori, anziani e mai interessati a problemi di contagio da Hiv. Vi chiedo: se inavvertitamente uno di loro dovesse usare il mio forbicino per le unghie, ciò potrebbe essere un pericolo? Mi spiego: io sono sieronegativo, ho fatto dozzine di test, l'ultimo a settembre, da tempo ho solo rapporti orali protetti con un paio di partner conosciuti. Adesso la fobia si trasferisce sugli oggetti. Al numero verde Aids mi hanno detto che in linea teorica per contagiarsi con un forbicino per le unghie (a parte che uno dei due utilizzatori dev'essere sieropositivo...) occorre: una ferita aperta e sanguinante; un breve lasso di tempo; una ferita da parte del secondo utilizzatore, che diventa porta d'ingresso del virus. E' così? Grazie.
Risposta di risponditore non trovato:
Gentile Razzante, alla sua mail del 4gennaio04, abbiamo risposto come segue (le riporto testuali parole): "...alla questione che ci ripropone, non possiamo che risponderle allo stesso modo: non si possono correre rischi di infezione hiv, tra persone sieronegative. Gli episodi che descrive quindi, non possono essere, nel suo caso, a rischio. Il problema va dunque osservato da un altro punto di vista: la sua paura nei confronti dell'aids e le conseguenze che ne derivano nella sua vita privata e relazionale..." In questa mail ribadisce la sua forma fobica per l'HIV e la paura di contagiare i suoi genitori nonostante lei non sia sieropositivo ed abbia rapporti protetti con partner conosciuti. L'indicazione è di rivolgersi ad un consulente psicologo, in quanto il problema e la sofferenza che esprime, potrebbero avere soluzione diversa dal ricevere solo rassicurazioni non sufficienti a tranquillizzarla. Saluti. dr.ssa C.Galli