Condividi
Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di Lavitaèbella del 12/02/2002

Scheda quesito

Nickame:
Lavitaèbella
Data:
12/02/2002
Quesito:
Dunque, la mia situazione non saprei come definirla. Chissà, forse grave, forse banale. Due anni fa ho avuto un rapporto con un ragazzo che poi si è rivelato essere sieropositivo. Ho eseguito un test a distanza di circa tre mesi e un altro a distanza di otto mesi dall'ultimo rapporto. Entrambi negativi. Fatalità da quel momento ho comunque avuto un crollo fisico: ho combattuto per quasi un anno con un violento attacco di psoriasi che ora fortunatamente è quasi del tutto passato in seguito ad una lunga estate di mare e sole. Nello stesso periodo si è gonfiato un linfonodo della gola, poi ho avuto una bella otite che ha coinvolto altri 2 linfonodi e ora, in seguito ad un bel reffreddore che a me ha dato febbre molto bassa (37,4), mentre ai miei familiari quasi 39, due piccolissimi linfonodi si sono lievemente inturgiditi sul collo. Spesso ho avuto anche delle strane febbrette da 37,2 durate magari per qualche giorno. Non so cosa pensare. Vorrei rifare il test solo se fosse proprio necessario perché è stato un trauma forte per me, molto forte. Forse tutti questi pro! blemi sono causati dalla mente, o forse no. Un altra domanda che volevo rivolgere... se i linfonodi vengono costantemente palpati, anche con forza, possono infiammarsi senza presenza di infezione o subire "deformazione" permanente? Un ultima delucidazione può essere considerato normale avere linfonodi che rimangono turgidi anche a lungo in età giovanile (22anni)? Molti miei amici hanno almeno un paio di linfonodi inturgiditi e il loro medico tende a sdrammatizzare, mentre il mio medico, ogni volta che vado mi fa ripetere test EBV e citomegalovirus e poi mi dice, potrebbe anche essere HIV, facciamo anche quello. L'ultima volta, poche settimane fa, mi sono rifiutato. Magari basterebbe un antibiotico, ma non so come proporlo al mio medico. Grazie.
Risposta di risponditore non trovato:
Caro Navigatore, nella tua lettera ci dici che hai dei dubbi se la tua situazione sia banale. Nessuna situazione è banale se crea un malessere e ha meritato una domanda. Ti rispondiamo innanzitutto sul quesito del test. Ci parli di un rischio elevato, ma isolato oltre 2 anni fa: attualmente, dopo un rapporto con una persona certamente sieropositiva, viene considerato definitivo un test negativo eseguito a distanza di 6 mesi dalla possibile esposizione. Nel tuo caso, in assenza di altri rischi intercorsi, non è quindi necessario eseguire un altro test. Ci hai detto che eseguire il test è stato per te un "trauma": non è facile in effetti, sottoporsi ad un esame di questo tipo, quando si teme di aver contratto un'infezione come l'hiv. Il test però, è l'unico mezzo attendibile che consenta di escludere di aver contratto il virus: è indispensabile farlo se si è corso un rischio; la sola paura dell'HIV non protegge dall'infezione e dai comportamenti a rischio. A proposito di rischi di infezione: potrebbe essere importante valutare l'opportunità di eseguire la vaccinazione epatitica A e lo screening per altre malattie a trasmissione sessuale. Veniamo ai linfonodi ingranditi: possono anche non essere l'espressione di una patologia, anzi sono piuttosto comuni: esistono per altro possibili linfoadenopatie reattive ad una continua palpazione. Lo studio delle linfoadenomegalie (quelle che tu chiami linfonodi turgidi), usa come criterio importante l'osservazione temporale delle dimensioni dei linfonodi. Se rimangono inalterati, anche se palpabili, sono generalmente non significativi. I problemi a cui fai riferimento non sono quindi suggestivi di una malattia da HIV (per altro esclusa dal test eseguito). Non possiamo però esprimerci in modo corretto sulla sintomatologia di cui ci parli, che necessita di una valutazione specialistica vis a vis e un inquadramento clinico che non è possibile fornire via mail. Se credi, puoi rivolgerti ad un altro medico che possa essere per te meno ansiogeno, senza negare che occorre prestare attenzione ai sintomi che esponi, non tanto perché collegabili all'hiv, ma per evitare di continuare a soffrirne. Dici che questi problemi potrebbero essere "causati dalla mente": se pensi possa esserti d'aiuto, parlare del tuo malessere con uno psicologo potrebbe esserti utile anche per affrontare con più forza questo momento. Saluti [i]Dr.s Dario Bertani, Claudia Galli, Giovanni Guaraldi[/i]