Scheda quesito
- Nickame:
- Poldoxs
- Data:
- 20/01/2002
- Quesito:
- Buonasera. Il mio patner è risultato + ed è in cura presso un ospedale, attualmente sono risultato - al test sugli anticorpi. Per eliminare il dubbio del periodo finestra ho richiesto un test PCR che mi è stato rifiutato perchè sono risultato, per il momento, sieronegativo.
Vivo vicino a Milano. Non ho rapporti da 1 mese e un test di rilevamento diretto del virus potrebbe darmi un po' piu' di tranquillità. A chi posso rivolgermi? Quanto puo' costare privatamente?
- Risposta di risponditore non trovato:
- Caro Poldoxs, Grazie per averci scritto. Dalla tua lettera non possiamo capire se tu abbia avuto un rischio rilevante per HIV. Ci hai detto che fino a 1 mese fa hai avuto rapporti con un ragazzo sieropositivo, ma non ci hai detto se questi rapporti erano protetti o no. Rapporti protetti dal preservativo non sono a rischio di infezione.
Ci poni un questo sulla diagnosi dell'infezione acuta da HIV all'interno del periodo cosidetto "finestra" del test ELISA, cioè di un periodo abituamente di 4 settimane, ma che non supera i 3 mesi, in cui il soggetto pur essendo già infetto, risulta negativo al test. Questo test ha un sistema di rilevazione basato su una lettura di una densità ottica (cioè un'intensità di colore). Essendo completamente automatizzato, anche letture di densità minime, non sufficienti per potere referatere un test postivo, venono segnalate come vaori di rischio, e si chiede di ripetere l'esame.
Nella mia esperienza clinica di questi ultimi anni non ho mai avuto un paziente che si resentasse con una infezione acuta da HIV che avesse un test ELISA completamente negativo.
Effettivamente però la ricerca della PCR Qualitativa (bada bene non la viral load, cioè il test quantitativo) può evidenziae la presenza del genoma virale di HIV prima che il soggetto sviluppi li anticorpi. Potrai leggere che questo esame viene usato per lo screening di pool di donatori di sangue degli USA (cioè mescolando più campioni di sangue e facendo un solo test) per abbattere ulteriormente il rischio di trasfusioni infette.
Clinicamente, queste due tecniche messe a confronto per predire il più velocemente l'infezione di un singolo caso clinico non abbreviano significativamente il tempo, infatti la PCR mostra un risultato positivo con un anticipo di 1 settimana rispetto al test ELISA, purtroppo però i tempi di esecuzione e refertazione di questo esame spesso sono superiori di una settimana e quindi il test ELISA vince!
Non si tratta però solo di un confronto di test di laboratorio. Sul singolo caso puoi interpretare l'entità del rischio (ecco perchè prima ti ho chiesto i tuoi comportamenti di rischio). In reatà il perido finestra va interpretato in funzione del rischio di esposizione. Sappiamo che oltre l'80% delle infezioni acute presentano sintomi (febbre, manifestazioni cutanee, aumento dei linfonodi ecc) pertanto l'assenza di sintomi e un tes ELISA negativo a distanza di un mese dall'ultimo rischio potenziale sono già ottimi auspici di un test negativo - definitivo - a tre mesei di distanza dall'ulto fattore d rischio.
Mi permetto di aggiungere una breve osservazione. Dalla tua lettera emerge un'ansia, o forse una paura, che può essere compresa e condivisibile.
Ansia e paura però non ci proteggono dai rischi futuri. Solo cercando di razionalizzare i nostri comportamenti possiamo pensare di evitare di esporci a future occasioni ri rischio.
Ciao, a presto
[i]Dr. Giovanni Guaraldi[/i]