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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di Morob del 20/09/2025

Scheda quesito

Nickame:
Morob
Data:
20/09/2025
Quesito:
Gentilissimi, mi scuso ma sono nuovamente qui ad abusare della vostra disponibilità. In riferimento al quesito posto e risposto del 31/08/2025 con nickname Morob4: In seguito ai test che riporto qui citando “ Dopo 31 giorni ho svolto presso un centro MTS ospedaliero un test combo per hiv e un testi anticorpi totali anti treponema (clia), risultati negativi. Dopo 55 giorni ho svolto presso un laboratorio privato un test tpha+vdrl risultati entrambi negativi” Esattamente la sera del 61esimo giorno dal rapporto mi sono accorto di una piccola ferita sulla parte iniziale del prepuzio esterno, in testa al pene per intenderci (1 mm circa, il giorno prima sono sicuro non ci fosse). Questa ferita era simile ad un taglietto con la pelle a riposo, ritraendo la pelle assumeva una forma tonda con fondo rosso. Il giorno dopo il fondo era già diventato roseo ed è completamente scomparsa durante il terzo giorno (rimarginato e nessun segno). Non ho mai apprezzato indurimento o “rialzamento” della pelle. Preso dal panico ho acquistato 4 test rapidi su Amazon della marca Patris Health (periodo finestra dichiarato almeno 5 settimane). Ne ho fatti due il 63esimo giorno, quindi due dalla comparsa della “lesione” e uno il 76esimo giorno dal rapporto, quindi 15 dopo la comparsa della “lesione”. Tutti sono risultati assolutamente negativi. Alla luce della comparsa della lesione e dei test effettuati (con relativa distanza dalla comparsa e dal rapporto), posso sempre essere certo di non aver contratto la sifilide. Me ne è rimasto uno che intendevo fare allo scadere della 12esima settimana dal rapporto. Ha senso farlo oppure posso evitare? Nel caso è il caso di fare un nuovo vdrl/tpha alla luce delle nuove informazioni? Se si, quando?
Risposta di :
Salve,
la risposta che ha riportato è corretta e può farvi pieno affidamento. Con i test già eseguiti da lei e dalla collega, entrambi negativi, la questione può considerarsi definitivamente chiusa. I disturbi che descrive restano più coerenti con la sua storia di prostatite cronica piuttosto che con una malattia sessualmente trasmissibile.

Cordiali saluti
Prof. Giovanni Guaraldi