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Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna
Home > Chiedi all'esperto  >  Uso corretto del servizio  >  Archivio quesiti  >  Quesito di francog del 27/11/2009

Scheda quesito

Nickame:
francog
Data:
27/11/2009
Quesito:
Buongiorno, mi scuso anticipatamente per il disturbo, ma mi trovo in una poco simpatica situazione, nel senso che dispongo di informazioni non complete che non vorrei conducessero ad una decisione sbagliata. Vi sarei molto grato poteste rispondermi con comodo. Mia moglie è stata diagnosticata HIV+ nel 2002. Nel giugno 2003 ha iniziato la terapia con Viramune e Combivir. Subito si sono manifestati sintomi di intolleranza nei confronti del Combivir (mal di testa, spossatezza, nausea, vomito) per cui si è passati a Viramune e Zerit. In poco tempo la carica virale non è più stata rilevabile mentre il conteggio dei CD4 è aumentato costantemente. L'anno scorso la terapia è cambiata nuovamente, in quanto lo Zerit ha provocato dimagrimento delle braccia e delle gambe; si è passati quindi a Viramune e Truvada. Al momento la carica virale non è rilevabile ed il conteggio dei CD4 si è stabilizzato intorno alle 600 unità, Giovanna gode di ottima salute e riesce a svolgere ottimamente il suo lavoro di operaia, che comporta anche l'impiego di una certa forza fisica. Volendo avviare una gravidanza, i medici del centro che la segue hanno consigliato a mia molie di passare nuovamente a Viramune e Combivir, dicendo che gli inconvenienti manifestatisi all'inizio non erano dovuti al Combivir ma a condizioni fisiche preesistenti (ovviamente ci hanno anche consigliato su come procedere in modo da non mettere a rischio la mia sieronegatività). L'assunzione dei farmaci sarebbe stata sospesa i primi tre mesi della gravidanza per poi continuare normalmente. Al momento del parto le sarebbe stato somministrato Combivir per via endovenosa e per le successive sei settimane il neonato avrebbe dovuto assumere uno sciroppo a base della stessa sostanza. Purtroppo il secondo giorno di assunzione del Combivir si sono manifestati gli stessi inconvenienti della prima volta, seppur in forma più lieve ed il terzo giorno mia moglie ha iniziato a vomitare; di conseguenza, il quarto giorno, si è tornati al Viramune + Truvada in attesa di conferire nuovamente con i medici. La prima domanda che ci poniamo è: aver sospeso il Truvada per tre giorni può avere causato un fenomeno di resistenza del virus al farmaco? Tornando al problema della gravidanza, i medici ci hanno quindi consigliato di sospendere ogni terapia i primi tre mesi, e quindi continuare fino al momento del parto con il solo Viramune. Al momento del parto non ci sarebbe stata somministrazione di Combivir per via endovenosa ed il neonato avrebbe comunque dovuto assumere lo sciroppo per sei settimane. Le domande che inevitabilmente seguono sono: 1.) Non è rischioso per la madre e per il feto continuare la terapia con il solo Viramune? 2.) La carica virale della madre non rischia di aumentare? 3.) Il bambino non rischia di nascere sieropositivo? 4.) Non c'è il rischio che la madre sviluppi resistenza al Truvada, così che dopo il parto questo farmaco non risulti più efficace? Inoltre, non c'è il rischio che anche il neonato sia intollerante al Combivir e quindi non possa assumere lo sciroppo? In buona sostanza, non esiste la possibilità di usare un altro farmaco al posto del Combivir? Grazie mille per l'interessamento e cordialissimi saluti franco
Risposta di risponditore non trovato:
Buongiorno Francog, la sua richiesta è molto dettagliata e specialistica, le domande che pone sono molto importanti. Cercheremo pertanto di rispondere con ordine alle sue domande. Per essere più chiari le elenchiamo in modo sintetico quali sono le misure di prevenzione indicate dalle linee guida americane in caso di una gravidanza in donna HIV+ in modo da ridurre il rischio di trasmissione dell' infezione da madre a feto a meno dell' 1%: 1) eseguire la terapia antiretrovirale dal secondo trimestre se non necessaria alla donna e introdurre quando possibile la zidovudina (AZT) nel regime terapeutico 2) se la donna è già in terapia antiretrovirale non è indicato sospendere la terapia antiretrovirale nei primi mesi. La donna potrà continuare la terapia in atto sostituendo eventualmente i farmaci meno sicuri sul feto (es.efavirenz) e comunque modifiche di terapia devono essere precedute da un test di resistenza che ne attesti la sensibilità. Nel suo caso ci sono ormai dati che ci permettono di utilizzare con buona sicurezza anche Truvada in gravidanza qualora questo non possa essere sostituito. Per quanto riguarda la sospensione della terapia nel primo trimestre, studi indicano che il rialzo della carica virale conseguente alla sospensione potrebbe essere più dannoso dell' esposizione ai farmaci; su questo punto non tutti i centri di malattie infettive si comportano allo stesso modo 3)si consiglia di eseguire un parto cesareo a membrane integre programmato alla 38 settimana circa 4) si somministra una terapia antiretrovirale con zidovudina in vena durante l' espletamento del parto 5) al bambino viene somministrata terapia con zidovudina per le prime 6 settimane con controlli periodici per monitorare eventuali effetti collaterali 6) si sconsiglia l'allattamento al seno sostituito con latte artificiale. Esiste una normativa nazionale per la quale le donne HIV+ hanno diritto ad avere in farmacia il latte artificiale gratuitamente per i primi 6 mesi. Le consigliamo comunque di approfondire e chiarire ogni dubbio rivolgendovi direttamente in un centro di malattie infettive dove sia possibile valutare la vostra situazione in dettaglio La salutiamo cordialmente dr. S. Zona, dr.ssa K.Luzi