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CROI 2023

I dati sull’HIV della conferenza di Seattle

CROI 2023
CROI 2023
 

Si è tenuta lo scorso febbraio negli Stati Uniti, all’interno del nuovo Summit Convention Center di Seattle, Washington, l’edizione annuale del CROI, la Conferenza sui Retrovirus e le Infezioni Opportunistiche rivolta a clinici e ricercatori attivi nel campo delle malattie infettive.

Nel corso dell’edizione 2023, la trentesima, i temi trattati sono stati molteplici, dai nuovi strumenti di prevenzione dellHIV e delle IST centrati sulluso della doxiciclina combinata alla PREP o della PrEP somministrata con iniezioni semestrali  di farmaci sperimentali a lento rilascio, senza trascurare le discussione sulla situazione del COVID 19, i rischi e le manifestazioni della sindrome PACS (“Long Covid”) e l’impatto dell’MPOX (“Vaiolo delle scimmie”) nelle persone con infezione da HIV. 

«Il CROI è la vetrina della ricerca scientifica relativa all’HIV» ha dichiarato Giovanni Guaraldi - professore ordinario di malattie infettive di UNIMORE e infettivologo dell'AOU di Modena - ai microfoni dell'associazione Patient Based Nadir Onlus: «ci sprona a capire quali siano gli argomenti da attenzionare per migliorare continuamente l’attività clinica».

Riportiamo di seguito un quadro riassuntivo dei principali rilevamenti condivisi, in tema di HIV e infezioni correlate, nel corso dell’edizione 2023 della Conferenza sui Retrovirus e le Infezioni Opportunistiche:

- L’MPOX (“Vaiolo delle scimmie”) può presentare forme decisamente gravi nelle persone con infezione da HIV incontrollata e conta dei CD4 molto bassa.

Sono i risultati di una recente case series basata sui dati raccolti in 19 paesi su 382 persone HIV-co-infette con MPOX. In questo campione, solo il 60% risultava in trattamento antiretrovirale, solo la metà aveva valori non rilevabili di viremia HIV ed appena il 7% era vaccinato contro l’mpox. Tra le persone HIV-positive con conta inferiore a 350 CD4 si sono verificati quasi 400 casi diMPOX severo con frequenti gravi lesioni necrotizzanti oltre a casi di interessamento polmonare e sepsi. Il numero di pazienti deceduti è 27 (corrispondente al 7%) e la maggior parte dei decessi ha riguardato pazienti dalla conta mediana di CD4 inferiore a 35 cellule/mLAl contrario, non si sono registrati decessi tra pazienti con infezione da HIV controllata né tra chi ha ricevuto il vaccino contro lmpox, evidenziando il valore della terapia antiretrovirale nella prevenzione degli esiti gravi.

- I test POC eseguiti subito dopo il parto migliorano il trattamento preventivo precoce per i neonati a rischio HIV.

Lo dimostra LIFE, uno studio che ha arruolato 6605 neonati in 28 strutture sanitarie in Mozambico e Tanzania diagnosticando l’HIV a 124 bambini (corrispondenti all’1,9% dei partecipanti): in base ai dati raccolti, per coloro che hanno ricevuto una diagnosi alla nascita (il 51% del campione) il rischio di morte è risultato inferiore del 67% rispetto al rischio di chi ha ricevuto una diagnosi entro le 6 settimane di età (il 32%) o entro le prime 12 (il 16%). Lo stesso studio ha inoltre dimostrato che eseguendo un test di carica virale delle madri al POC al momento del parto è possibile individuare più bambini considerati "ad alto rischio" di acquisizione dell’HIV e garantire a questi ultimi una migliore profilassi post-natale.

- Lanello vaginale che rilascia l’antivirale dapivirina risulta sicuro anche al terzo trimestre di gravidanza e in fase di allattamento

Gli studi presentati al CROI 2023, oltre a
confermare la sicurezza della PrEP assunta quotidianamente per via orale anche in gravidanza, certificano l’affidabilità del Dapivirine Vaginal Ring - un anello vaginale usato per ridurre il rischio di infezione da HIV attraverso rapporti sessuali vaginali anchenel terzo mese di gravidanza e per la durata dell’allattamento. Il campione di donne che ha preso parte all’indagine, e al quale l’anello è stato rimosso per prevenire potenziali effetti collaterali, non ha mostrato alcun aumento di rischio di complicazioni gravidiche e perinatali al momento del concepimento. Secondo gli stessi studi l'anello vaginale con dapivirina non comporta rischi per la salute dei bambini, motivo ulteriore per convincere gli enti regolatori di diversi paesi africani - Sudafrica, Uganda e Zimbabwe - a dare il via libera al suo impiego assieme alla PrEP orale e iniettabile.


Gli inibitori dellintegrasi non aumentano il rischio cardiovascolare

Secondo quanto emerso dall’analisi condotta dal team di ricercatori diretto dal Dott. Bernard Suial dello Swiss HIV Cohort Study - che hanno valutato il rischio di eventi cardiovascolarisu un campione di pazienti con infezione da HIV - non sono emersi maggiore incidenza di infarto, ictus per coloro che hanno cominciato ad assumere un regime comprendente un inibitore dell’integrasi.  


Una sola iniziazione trimestrale di PrEP può bastare a proteggere dall’HIV nelle donne

La Johns Hopkis University ha condotto uno studio sulla profilassi pre esposizione nelle donne, attenzionando quelle che saltavano un’iniezione (con conseguenti intervalli di tempo più lunghi fra una somministrazione e l’altra): i risultati mostrano che la maggioranza del campione preso in esame continua ad avere livelli di farmaco sufficienti a prevenire l’infezione da HIV anche ritardando l'iniezione fino a sei settimane. Sulla base di questo dato il Dott. Mark Marzinke, a capo della ricerca, ipotizza che possa bastare una somministrazione trimestrale per garantire efficacia protettiva alle donne, seguendo le stesse tempistiche dei contraccettivi instabili. Lo stesso non può dirsi per il campione maschile analizzato, nel quale i livelli di farmaco rilevati fra un’iniezione e l’altra sono risultati inferiori.  


- Non si registrano significative variazioni di peso in chi passa ad un regime iniettabile a base di cabotegravir e rilpivirina

Sulla base dei dati raccolti dallo studio condotto dal Dott. Darrell Tan de St Michaels Hospital di Toronto su un gruppo di persone con HIV che hanno compiuto uno switch terapeutico da Biktarvy ad un regime iniettabile a base di cabotegravir e rilpivirina, il cambiamento di terapia influisce in manieta non significativa sul peso corporeo e i pazienti più soggetti all’aumento di peso sono quelli che assumono un trattamento di prima linea con inibitori dell’integrasi (in particolare dolutegravir e bictegravir). Al contrario, recenti studi europei riportano che dopo uno switch terapeutico da tenofovir alafenamide e un inibitore dell’integrasi sembra più probabile osservare perdite di peso nelle persone con un indice di massa corporea (BMI) di 30 o superiore. 


- Il nuovo metodo suppositorio di somministrazione della PrEP ha registrato risultati validanti

La preparazione suppositoria per la profilassi post e pre esposizione all’HIV - una sorta di supposta contenente 60 mg di elvitegravir e 20 mg di tenofovir alafenamide (TAF) - si è dimostrata efficace in uno studio sperimentale condotto su 23 persone HIV-negative, garantendo livelli di farmaci ottimali anche nei tessuti rettali. Questa preparazione può essere assunta tanto attraverso il canale rettale quanto per via vaginale, dove si dissolve in breve tempo assicurando protezione per oltre 24 ore (che salgano a più di tre giorni in presenza del tenofovir).  


- Il regime terapeutico composto da lenacapavir e anticorpi ampiamente neutralizzanti potrebbe essere somministrato semestralmente 

Secondo una ricerca dell’Università della Carolina del Nord, il nuovo antiretrovirale lenacapavir - disponibile in commercio come Sunlenca - se del assunto in combinazione con due anticorpi ampiamente neutralizzanti (bnAbs) potrebbe risultare efficace, per il trattamento dell'infezione da HIV, con due sole somministrazioni annue. Dai dati riportati dal prof. Joseph Eron, infatti, risulta che il 90% dei partecipanti al test abbiano mantenuto una carica virale non rilevabile, seguendo questo regime terapeutico, a distanza di sei mesi dall’interruzione della terapia assunta in precedenza. Gli stessi studiosi prevedono di avviare, nel corso del 2023, uno studio clinico di fase II per verificare la possibilità di mantenere soppressa la replicazione del virus anche in intervalli di tempo più lunghi, con somministrazioni semestrali multiple. 

 
Ultima Modifica: 22.03.2023 - 14:39